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Legenda articolo "Frese Dentali per Ogni Procedura: Una Scelta Ragionata"
Quante volte abbiamo aperto il cassetto dello studio per trovarci davanti a decine di frese mai utilizzate, mentre cerchiamo disperatamente quell’unica punta diamantata che ci serve davvero? La gestione dello strumentario rotante è una delle sfide logistiche più sottovalutate nella pratica quotidiana. Una selezione razionale non solo riduce i costi di magazzino ma ottimizza i tempi alla poltrona, permettendoci di lavorare con maggiore fluidità e precisione.
Questo articolo nasce per fare ordine nel vasto mondo della scelta frese dentali, concentrandosi su ciò che serve realmente per le procedure che affrontiamo ogni giorno. Non si tratta di avere tutto, ma di avere quello che funziona.
Prima di scendere nel dettaglio clinico è fondamentale rinfrescare le basi sui materiali. La distinzione macroscopica è tra frese diamantate e frese in carburo di tungsteno. Non sono intercambiabili e il loro utilizzo improprio è la prima causa di surriscaldamento pulpare o di microfratture dello smalto.
Le frese diamantate lavorano per abrasione. Sono costituite da particelle di diamante incollate su un gambo metallico. Sono la scelta d’elezione per lo smalto, che richiede un’azione decisa per essere tagliato, e per le ceramiche.

Al contrario, le frese in carburo di tungsteno lavorano per taglio tramite lame. Sono strumenti chirurgici che asportano trucioli di materiale. Sono insuperabili sulla dentina, dove il diamante rischierebbe di impastarsi rapidamente con il fango dentinale, e per la rimozione di vecchie otturazioni in amalgama o il taglio di metalli.

Per orientarsi rapidamente durante la procedura, conoscere a memoria il codice colore ISO dell’anello sul gambo è vitale. Questo indica la granulometria del diamante o la configurazione delle lame nel caso del tungsteno. Ecco uno schema rapido per l’assistente e l’operatore:

Nella conservativa diretta l’obiettivo è la minima invasività. Qui la scelta frese dentali deve bilanciare la capacità di taglio dello smalto con la delicatezza necessaria vicino alla polpa.
Per l’apertura della cavità, specialmente in una classe I o II, lo smalto deve essere penetrato efficacemente. La fresa diamantata montata su turbina o anello rosso è lo standard. La forma ideale è la cilindrica a punta arrotondata o leggermente conica. Una granulometria media (anello blu) offre un buon compromesso tra velocità e controllo. Evitare forme troppo appuntite per l’apertura iniziale previene la creazione di stress lines nello smalto circostante.
Una volta superata la giunzione amelo-dentinale, il “feedback tattile” deve cambiare. Passare a una fresa in carburo di tungsteno su contrangolo a bassa velocità (anello blu o verde) permette di distinguere la dentina cariata da quella sana. Per questa fase, due forme sono essenziali:
Il taglio di vecchie protesi è una delle procedure più stressanti per i nostri manipoli e per le frese. Sbagliare strumento qui significa impiegare venti minuti per un lavoro di due.
Per tagliare il metallo, il diamante è inefficace e costoso: si liscia quasi subito. La fresa taglia corone per eccellenza è una fresa in carburo di tungsteno specifica (spesso chiamata “Transmetal” o con dicitura specifica del produttore). Queste frese hanno una geometria di taglio aggressiva, spesso a dentatura incrociata, capace di tranciare il metallo senza vibrazioni eccessive.
Qui le regole cambiano drasticamente. La Zirconia è nemica del carburo di tungsteno (che provoca scintille e si rompe). Per la rimozione di corone in zirconia o ceramica integrale bisogna orientarsi su:

La longevità di un restauro in composito dipende dalla qualità della sua superficie. Una superficie rugosa trattiene placca e si pigmenta. La sequenza di rifinitura non può essere affidata al caso.
Non basta un gommino. La rifinitura geometrica deve precedere la lucidatura. In questa fase le frese multilama in carburo di tungsteno sono superiori alle diamantate fini perché tagliano il composito in modo netto invece di rigarlo.
Ecco una sequenza logica per ottenere il “glass effect”:
Ricordate che l’uso di frese multilama richiede di girare ad alta velocità ma con pressione quasi nulla, lasciando che sia la geometria delle lame a lavorare.
dentalklass