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Legenda articolo "Sterilizzazione Odontoiatrica: Ottimizzare Ogni Fase del Processo di Ricondizionamento Strumenti"
Ciao Collega, nel nostro lavoro quotidiano, la sicurezza del paziente e del team operativo è una priorità assoluta che non ammette compromessi. Al centro di questa sicurezza c’è un processo tanto rigoroso quanto fondamentale: la sterilizzazione degli strumenti. Gestire correttamente la catena di ricondizionamento non è solo un obbligo di legge, ma il fondamento su cui si basa la fiducia dei nostri pazienti e la qualità delle nostre prestazioni. Ogni paziente deve essere considerato potenzialmente infetto, e questo principio guida ogni nostra azione .
Questo articolo vuole essere una guida pratica e approfondita per analizzare e ottimizzare ogni singola fase del flusso di lavoro, dalla raccolta degli strumenti contaminati fino al loro stoccaggio come presidi sterili pronti all’uso. Affronteremo i punti critici di ogni passaggio per costruire un protocollo di sterilizzazione per lo studio dentistico che sia inattaccabile, efficiente e conforme alle più recenti linee guida.
La catena della sterilità inizia nel momento esatto in cui uno strumento finisce di essere utilizzato. Le prime fasi sono forse le più critiche per la sicurezza degli operatori, poiché gestiscono materiali ad alta carica batterica. Un errore qui può compromettere l’intero processo a valle.
La prima azione da compiere è la raccolta sicura degli strumenti. Tutto il materiale utilizzato deve essere trasportato nell’area dedicata alla sterilizzazione indossando sempre i dispositivi di protezione individuale (DPI) per evitare qualsiasi rischio di infortunio o infezione .
Subito dopo, si procede con la decontaminazione, un passaggio obbligatorio che ha lo scopo di abbattere la carica microbica. Questa fase consiste nell’immersione completa degli strumenti in una soluzione disinfettante chimica, come quelle a base di acido peracetico, per un tempo definito. Questo primo bagno non solo protegge l’operatore che manipolerà gli strumenti nelle fasi successive, ma inizia a disgregare residui organici e patogeni.
Disinfettanti e Detergenti di Alfred Becht
Una volta decontaminati, gli strumenti devono essere puliti alla perfezione. Qualsiasi residuo organico o di detergente potrebbe invalidare la successiva sterilizzazione in autoclave. Il lavaggio può essere eseguito con diverse metodiche:
Dopo il lavaggio è fondamentale un risciacquo accurato, seguito da un’asciugatura perfetta. L’umidità residua potrebbe infatti compromettere il confezionamento e la penetrazione del vapore in autoclave . L’asciugatura può avvenire con panni che non rilasciano fibre o, ancora meglio, con pistole ad aria compressa medicale.
Superate le fasi preliminari, gli strumenti sono puliti, disinfettati e asciutti, ma non ancora sterili. Ora entrano nel cuore del protocollo, le fasi che li renderanno sicuri per l’utilizzo sul prossimo paziente.
Dopo un attento controllo visivo per verificarne l’integrità e la pulizia, si procede con il confezionamento . Questa operazione è essenziale per mantenere la sterilità dello strumento fino al momento dell’uso .
Rotolo sterilizzazione – Sogeva
Termosigillatrice – Euronda – Euroseal Infinity
Una volta imbustati, gli strumenti vengono inseriti nell’autoclave a vapore, il metodo di sterilizzazione più diffuso, sicuro ed efficace negli studi odontoiatrici . Il processo sfrutta l’azione del vapore saturo sotto pressione a temperature elevate (solitamente 134°C per almeno 3-4 minuti a 2 atmosfere di pressione) per eliminare ogni forma di vita microbica, incluse le spore, che sono le più resistenti.
Aver completato un ciclo in autoclave non è l’ultimo passo. Per chiudere la catena della sterilità in modo sicuro è necessario garantire che il processo sia stato efficace, che la sterilità sia mantenuta nel tempo e che tutto sia documentato.
La tracciabilità è un requisito fondamentale che permette di collegare ogni strumento utilizzato su un paziente allo specifico ciclo di sterilizzazione a cui è stato sottoposto . Questo si ottiene stampando etichette adesive con i dettagli del ciclo (data, numero progressivo, esito, operatore) da apporre sulla busta e, successivamente, sulla cartella clinica del paziente . Questo sistema è cruciale per la gestione del rischio clinico.
Lo stoccaggio corretto è altrettanto importante. Gli strumenti sterilizzati e imbustati devono essere conservati in armadi chiusi, al riparo da umidità, polvere e sbalzi di temperatura, per preservarne la sterilità fino alla data di scadenza indicata (generalmente 30 giorni per la busta singola e 60 per quella doppia).
Infine, l’efficacia dell’intero protocollo dipende dal corretto funzionamento delle apparecchiature, che deve essere verificato costantemente attraverso controlli periodici.
Tutte le apparecchiature, inoltre, devono essere sottoposte a manutenzione programmata da parte di tecnici qualificati, come previsto dal costruttore, e ogni intervento va registrato. Questo approccio sistematico di controllo e manutenzione è l’unica via per garantire un processo di sterilizzazione valido e difendibile, a tutela nostra e dei nostri pazienti.
federicodiana90